Ridatemi il voto!

Di nuovo clima di elezioni, nonostante i rigori da anticiclone siberiano di questo gelido inverno che ci ricordano il forte anticipo sui canonici tempi elettorali di tarda primavera. Lo si capisce dai manifesti con le facce sorridenti che stanno progressivamente sostituendo le pubblicità di telefonini, automobili superecologiche e biancheria intima, sfondo abituale dell’arredo urbano.

olio lubrificante

Olio lubrificante
Lo scorso anno, di questi tempi, avevo scritto qualche considerazione preoccupata, da insegnante in procinto di sentire, per l’ennesima volta, la campanella del primo giorno di scuola, sulle novità che si preannunciavano allora. Dietro al fumo di questioni secondarie sapientemente sbandierate (ve le ricordate?, il grembiulino, il cinque di condotta) si intravedeva l’ombra di riforme devastatrici, introdotte con studiata gradualità e sempre condite da divagazioni mediatiche su questioni futili, in modo da mimetizzarne l’impatto.

Crisi: istruzioni per l’uso

Inverno straordinariamente lungo, quello appena finito, con nevicate e freddo d’altri tempi. Anno straordinariamente lungo il 2008, bisestile a cui gli scienziati avevano deciso di aggiungere un secondo per compensare il rallentamento del pianeta (un’inezia per noi italiani, abituati ai ritardi cronici di treni e aerei, all’eternità del provvisorio e alla provvisorietà del definitivo – un’enormità per gli inesorabili orologi atomici che pretendono di dettare la loro legge anche ai corpi celesti).
Anno di svolta, che entrerà nei libri di storia..

La necessità  di “fare memoria”

La necessita di “fare memoria”
Il parlamento italiano ha istituito nel 2000 la Giornata della Memoria per ricordare, nell’anniversario della liberazione di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del 1945, tutte le vittime della shoà, dei campi di concentramento, delle deportazioni razziali e politiche e, più in generale, del nazismo, del fascismo e della seconda guerra mondiale. Una tragedia senza precedenti nella storia, come dimensioni e organizzazione, 6 milioni di ebrei uccisi (ma si parla di 26 milioni di vittime complessive dei campi di concentramento) più altri 32 milioni di morti nel conflitto: in tutto, un’intera Italia cancellata.
Fra i tanti, anche mio nonno, tipografo reo di aver stampato qualche frase poco gradita al regime e mandato per questo a morire di stenti a Mauthausen.

Primo giorno di scuola

Primo giorno di scuola. Per me non è una gran novità, sono quarantasette anni malcontati che il rito si ripete senza interruzioni, prima da una parte della barricata, poi dall’altra. I saluti coi colleghi, le facce abbronzate, baci e strette di mano, il piacere di rivedere gli allievi cresciuti, qualche volta cambiati, l’incontro con le nuove classi…

La democrazia della bicicletta

Nel 1916 il futurista Marinetti cantava le lodi della velocità, non solo come mito estetico, ma addirittura come valore religioso-morale: “la velocità…è naturalmente pura”, scriveva, e la contrapponeva alla lentezza “naturalmente immonda”. Si era in piena guerra mondiale, di lì a poco il fascismo avrebbe fatto suoi questi valori e avrebbe proiettato l’Italia, a tutta velocità, verso la follia imperiale, l’abbraccio col nazismo ed il secondo grande conflitto…

Le api di Einstein

“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Non si tratta di una delle solite previsioni allarmanti che ci arrivano periodicamente da profeti di sventura, giornaletti di divulgazione pseudo-scientifica a caccia di lettori e professionisti delle catastrofi prossime venture. Non è neppure una quartina di Nostradamus o uno dei soliti annunci dell’ennesima apocalisse in svendita. Chi si azzarda a pronosticare la prossima fine dell’umanità, e si spinge fino a quantificarne i tempi, è un tipo in genere ottimista e equilibrato (anche se eccentrico e un tantino distratto) e dotato di una mente sveglia e di una certa preparazione in ambito scientifico-matematico. Il suo nome è Albert Einstein.

Antipolitica

Luca Cordero di Montezemolo lo ha detto e subito tutti lo hanno ripetuto a gran voce: -Bisogna abbassare i costi della politica – Qualcuno si è affrettato a stendere ai suoi piedi un tappeto rosso invitandolo (frase già tristemente sentita…) “a scendere in campo”…

La “nostra” terra

Questo strano inverno svuotato da freddo e neve, a mezzo fra un autunno invecchiato male e una primavera cresciuta troppo in fretta, favorisce l’esercizio del pedale. La bicicletta, al riparo -per ora- dalla furia rottamatrice di assessori nostrani e dalla mania euro-omologatoria dei burocrati di Bruxelles, ci consente di godere di questo acconto di tepore senza dover fare i conti con la quotazione del brent, gli umori dell’Opec e la rincorsa fra accise e liberalizzazioni. E, soprattutto, senza rimorsi per le decine di migliaia di morti in Iraq, prezzo del nostro petrolio facile…

Tnì da cunt

E’ uno di quei ricordi rimasti incagliati nella memoria per le strane alchimie dei nostri bizzarri neuroni. Risale a quasi cinquant’anni fa. Mio nonno mi teneva per mano: il suo passo da arzillo vecchietto doveva rallentare per adattarsi alle mie gambe ancora corte di bambino. Via Garibaldi, a Borgo, era vuota di macchine e popolata di persone in un rapporto di proporzionalità inversa rispetto ad oggi, tanto da consentirci di passeggiare in mezzo alla strada…