Passeggiate e Movimenti

Senza che ce ne accorgiamo, l’Italia si rimpicciolisce ogni giorno. La sua superficie libera si riduce una velocità media di 8 metri quadri al secondo. Ogni ora spariscono oltre sette giornate piemontesi, 2,8 ettari. Ogni giorno, a mezzanotte, se ne sono andati per sempre quasi 70 ettari. E questo capita per 365 giorni all’anno da oltre cinquant’anni, per la precisione dal 1956.

Dubbi e certezze

Nel mare di dubbi e confusione organizzativa che circonda le imminenti elezioni, alimentato dal quotidiano giochetto dei sondaggi (usati spesso più come pubblicità occulta che come reale termometro della volontà popolare) galleggiano, come isolati relitti, alcune poco rassicuranti certezze. Provo ad elencarle.

Grillo OGM

La lotta agli organismi geneticamente modificati e alla loro subdola diffusione in tutto il mondo era un caposaldo delle invettive del primo Grillo, quello ancora capace ogni tanto di far ridere e di dire qualcosa di sensato. In effetti, gli Ogm costituiscono un potenziale pericolo per salute e ambiente e soprattutto sono una vera e propria aberrazione giuridica di questi nostri tempi, in cui sempre più spesso il diritto è succube del dio mercato.

La forza di sorridere

Di questi tempi è davvero difficile sorridere. Eppure è proprio nei momenti difficili che diventa importante trovare la forza per distendere i lineamenti facciali e reagire alla rassegnazione o alla frustrazione.
Il sorriso non è ebete spensieratezza, né patetico tentativo autoconsolatorio: è il modo più efficace di affrontare le difficoltà quotidiane guardandole negli occhi, almeno finchè ci è possibile.

Scala di priorità 

Mi ricorda un contadino che abbia fretta di metter fieno in cascina prima dell’imminente temporale e lo getti  al riparo senza troppi riguardi. Il governo, in questi mesi, ha dato mostra di un attivismo incredibile, accatastando provvedimenti e riforme a ritmi folli spinto dalla necessità di sfruttare l’imprevisto clima di consenso incondizionato per mettere la propria firma sul maggior numero possibile di provvedimenti legislativi.

Treni ad alta velocità ?

La TAV fa notizia. Esaurito il filone nautico del Titanic nostrano, in coincidenza quasi perfetta col centennale di quello vero, e in mancanza dei soliti omicidi con torbidi fondali in cui razzolare per mesi, i media nazionali si sono buttati a pesce su cantieri, tralicci, manifestazioni. Prime pagine sui quotidiani, servizi e dibattiti televisivi, scontri e incidenti in diretta: molte parole, ma raramente qualche dato utile a capire davvero la questione.
Una sorta di logica perversa in cui l’eccesso di notizie marginali copre la carenza di dati sostanziali: si fa narrazione, non informazione, si rincorrono frasi ed episodi insignificanti senza mai mettere in chiaro i numeri e gli aspetti fondamentali del problema.

Forestieri e inquilini

Quando Vandana Shiva ha saputo della nascita in Italia di un forte movimento contro il consumo del territorio ha commentato semplicemente: “Era ora che anche voi vi muoveste”.

Non solo (uno) spread

Spread è una parola inglese diventata di moda negli ultimi mesi e riproposta da tutti i mezzi d’informazione con insistenza ossessiva, un po’ come quelle canzonette orecchiabili che costituiscono il tormentone (e il tormento) della stagione estiva. Uno dei tanti termini stranieri che appesantiscono le nostre vite e colonizzano la nostra mente, conosciuto fin a poco fa solo dagli addetti ai lavori e usato dalle banche per calcolare le rate dei mutui a tasso variabile.

Piccole grandi cose

In questo tribolato inizio di terzo millennio riesco a trovare grande consolazione solo nelle piccole cose. I grandi eventi li sopporto sempre meno e hanno addirittura per me un effetto depressivo. Mi stupisce e mi rallegra, invece, vedere come ogni volta si ripeta il miracolo del granello di senape e della misura di lievito e come  piccole iniziative apparentemente trascurabili sappiano scovare in sé forze di crescita insospettate capaci di generare movimenti efficaci e produrre risultati insperati.

Alpitour

“No Alpitour? Ahi, ahi, ahi!”: i più vecchi ricorderanno certamente la fortunata pubblicità che molti anni fa ha contribuito a fare della società cuneese il maggior tour operator italiano.
Lo slogan adesso assume i toni di una tragica beffa per i trecento dipendenti cuneesi del gruppo. Martedì scorso, una mail dal tono dimesso e colloquiale li ha avvisati che il loro futuro prossimo sarebbe cambiato all’improvviso, facendosi cupo e incerto. Le prime parole erano quasi affettuose: “caro collega”, ma il seguito era una vera e propria coltellata: cancellazione della sede di Cuneo e conseguente trasferimento coatto a Torino. Una sorta di deportazione, camuffata nei diversi comunicati dai soliti giri di parole falsamente rassicuranti: miglioramento, efficacia, opportunità, sviluppo…