Pubblicati da Lele Viola

Ripensare i parchi (1)

La questione dei Parchi è tornata di scottante attualità per il disegno di legge regionale 90/2015 sul riordino delle aree protette, che ne prevede, fra l’altro, un consistente ampliamento. È una buona occasione per avviare una discussione seria, serena e priva di pregiudizi su parchi, vincoli, ecologia e valli alpine, prima che, come sempre, piovano dall’alto decisioni imposte e non condivise che non giovano affatto al già fragile sistema montagna.

Le storie e la Storia 10,11,12

In comuni piccoli, come Pradleves o Moiola, la confratria riuniva tutta la popolazione, mentre in realtà più grandi, come Demonte, nacquero diverse confratrie, ognuna delle quali rappresentava un gruppo di famiglie legate da vincoli di interessi e spesso di parentela.

Le storie e la Storia 7,8,9

La tensione fra “beni comuni” e “beni della Comunità” percorre i secoli e lascia abbondanti tracce nei documenti d’archivio. Da una parte il diritto consuetudinario di usare boschi e pascoli come indispensabile complemento ai pochi appezzamenti privati, dall’altra la necessità delle Comunità, spinte dai debiti, dalle guerre, dalla fiscalità ducale e più tardi, direttamente obbligate dalla burocrazia sabauda, di far rendere le proprie risorse, vendendole, affittandole o tassandole.

Una premessa lunga da far paura

Questo breve scritto non c’entra nulla con Charlie e i drammatici fatti di Parigi. Nasce molto prima, ancora alla fine dello scorso millennio, con la dittatura degli ayatollah in Iran, le immagini dei burqa dall’Afghanistan, le prime donne velate guardate quasi con curiosità nelle strade dei nostri paesi, l’onda crescente di un fondamentalismo alimentato dall’idiozia guerriera dell’occidente che metteva radici in tutto il mondo.
Per me, anche il disagio crescente di non riuscire a parlarne o a scriverne. Il peccato grave del non detto, che credo peggiore del rischio di dire cose sbagliate.

Le storie e la Storia 4,5,6

Passata la tempesta della grande epidemia di peste ci fu una notevole ripresa economica, agricola e demografica. E’ proprio a quel periodo di fine 1600 che risale la nascita di molte delle nostre borgate.
La risposta naturale alla crescita della popolazione in una società agricola basata sull’autosufficienza è un processo di espansione e di intensivizzazione. Si cerca cioè di procurarsi le maggiori quantità di cibo necessarie per i nuovi abitanti mettendo a coltura terreni non sfruttati in precedenza e usando tecniche che consentono di aumentare la resa di quelli già coltivati (irrigazione, concimazione, rotazioni, nuove colture).

Le storie e la Storia 1,2,3

Imparare è una delle cose più belle dell’esistenza. Un piacere che non viene attenuato dall’avanzare dell’età, anzi, può essere una risorsa preziosa proprio quando il fisico comincia a perdere colpi. È anche un buon antidoto ai mali di stagione che accompagnano il passare degli anni.
Motore dell’imparare è la curiosità, il carburante è la pazienza, la condizione indispensabile è la libertà. Il tempo verbale imperativo non si addice a questa attività: per costrizione si impara male e senza alcun piacere. Per questo motivo, spesso, nei lunghi anni dell’obbligo scolastico si impara poco.
La conoscenza è un fluido, come il vino o l’olio e quindi imparare è un travaso, un passaggio. Si impara sempre da qualcuno, vicino o lontano, presente o passato. Per questo, quando si impara qualcosa, qualsiasi cosa, si contrae un debito: l’obbligo di trasmettere quanto si ha ricevuto ad altri, di continuare la catena, di non interromperla.

Imu sui terreni agricoli di bassa valle

Anni fa, quando da parte di qualcuno era di moda parlare di “valori non negoziabili” riferendosi spesso a discutibili norme etiche, un uomo di fede aveva fatto osservare che per il cristiano i valori davvero irrinunciabili si possono riassumere in due sole parole: l’onestà e la fraternità.  
Condivido pienamente questa affermazione, anche perchè i due termini messi insieme comprendono l’intera gamma dei comportamenti relazionali, morali e personali e rendono inutili ulteriori dettagli e norme spicciole.

Yuk! No, Iuc

Iuc è un suono onomatopeico che ricorda un po’ Walt Disney.
E’ l’intercalare solito di Pippo (yuk-yuk!) ed esprime un misto fra apprezzamento e soddisfazione. Nella fantasia sfrenata dei nostri legislatori è invece diventato l’acronimo di una nuova tassa: l’Imposta Unica Comunale.  Tributo appena nato, dopo una lunga e complicata gestazione, ma che rischia di battere tutti i record di complicazione e assurdità fiscale.

Ginnastica per invecchiare meglio

Invecchiare bene è questione di genetica, di fortuna e di ginnastica.
Per i primi due fattori possiamo farci poco, il terzo dipende anche dalla nostra volontà. Non sto parlando di flessioni e piegamenti, peraltro utili soprattutto per chi ha la sfortuna di non avere orti, frutteti, giardini, boschi e case cadenti che lo obbligano a quotidiani esercizi all’aria aperta. Neppure mi riferisco alla ginnastica mentale, parole crociate, enigmistica, giochi di memoria, sudoku e altri espedienti per rallentare l’invecchiamento dei pochi neuroni superstiti e magari tenere alla larga il compagno Alzheimer.

Lampouret

Lampouret (o meglio l’Ampouret) è un toponimo, anzi, per la precisione, è un “fitonimo”, cioè un nome di luogo che deriva da quello di una pianta. E’ il posto in cui crescono i lamponi, le “ampoule”. Capita spesso nelle nostre valli, dove ogni luogo, prato, campo, bosco, è stato battezzato col proprio nome, molto prima che arrivassero Catasti e mappe a trasformare tutto in aridi numeri.