Articoli
Scrivo occasionalmente su riviste e giornali del cuneese. Credo nell’importanza dell’editoria, locale e nazionale, per preservare quanto ancor resta di democrazia in Italia. Le dittature sono di molti tipi differenti, più o meno sanguinarie e repressive, militari o teocratiche, mascherate o aperte. Tutte, però, hanno una cosa in comune: l’attacco alla libertà di stampa e di opinione.
Mio nonno materno era tipografo ed è morto a Mauthausen E’ finito nel campo di sterminio nazista proprio perchè, in tempi di guerra e terribile repressione, si ostinava a stampare parole di libertà. Per questioni anagrafiche non l’ho conosciuto, ma cerco sempre, quando uso penna o tastiera, di tener ben presente il suo esempio e di essere fedele alle esigenze di libertà e verità.
Non sono giornalista, non riuscirei a scrivere su comando. Gli amici che dirigono le testate a cui occasionalmente collaboro, conoscono questi miei limiti e, con gentilezza e comprensione, accettano che io invii loro le mie divagazioni scritte ai ritmi imposti dalla mia discontinua lucidità mentale e sui temi che in quel momento mi interessano.
L’incapacità di indignarsi
/in Il granello di senape /da Lele Viola- 2.270 lettureQual è la caratteristica più sconvolgente dell’Italia d’oggi?
Se dovessi rispondere a questa domanda senza pensarci troppo, direi senz’altro: l’incapacità di indignarsi.
Una sorta di rassegnato torpore, la sconcertante indifferenza con cui ci lasciamo scivolare addosso situazioni, frasi, gesti, prese di posizione, atteggiamenti che hanno dell’incredibile.
E lo stesso svagato disinteresse, la stessa ebete disattenzione sembra coinvolgerci sia come cittadini, nei confronti di uno stato che scivola ogni giorno verso il più bieco totalitarismo, sia come credenti, nei confronti di una Chiesa sempre più chiusa in se stessa, sorda al mondo e lontana da Cristo…
Non ditelo a Brunetta.
/in Vivermeglio /da Lele Viola- 2.596 lettureNon ditelo a Brunetta.
Sono un dipendente pubblico, quindi faccio parte della categoria dei fannulloni. E sono pure insegnante, vilipesa congrega di sfaticati che, secondo il ministro suddetto, godono già di un orario talmente ridotto da risultare tutti, per definizione, a tempo parziale. Quindi sono un superfannullone, o in termini matematici, un fannullone al quadrato…
La necessità di “fare memoria”
/in La Guida /da Lele Viola- 2.809 lettureLa necessita di “fare memoria”
Il parlamento italiano ha istituito nel 2000 la Giornata della Memoria per ricordare, nell’anniversario della liberazione di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del 1945, tutte le vittime della shoà, dei campi di concentramento, delle deportazioni razziali e politiche e, più in generale, del nazismo, del fascismo e della seconda guerra mondiale. Una tragedia senza precedenti nella storia, come dimensioni e organizzazione, 6 milioni di ebrei uccisi (ma si parla di 26 milioni di vittime complessive dei campi di concentramento) più altri 32 milioni di morti nel conflitto: in tutto, un’intera Italia cancellata.
Fra i tanti, anche mio nonno, tipografo reo di aver stampato qualche frase poco gradita al regime e mandato per questo a morire di stenti a Mauthausen.
Vacanze a piedi.
/in La ciapera /da Lele Viola- 2.774 lettureNella mia esperienza personale, le vacanze in assoluto più appaganti e rilassanti sono sempre state quelle fatte a piedi o in bicicletta, in autosufficienza e per periodi superiori alla settimana.
Vacanza è una parola che abbiamo preso dal latino “vacatio”, ad indicare uno spazio vuoto, libero dagli impegni che restringono e riempiono le nostre giornate. Ma questo vuoto non si crea automaticamente. Non basta “essere in ferie” per far vacanza…
Quando…
/in Il granello di senape /da Lele Viola- 2.222 lettureQuando mi sveglierò ogni mattina benedicendo la luce del giorno.
Quando andrò a coricarmi la sera ringraziando il buio della notte.
Quando ricaverò da ogni momento tutto il dolce e il salato, l’amaro e l’insipido, il piccante e il vellutato che ogni istante può offrirmi.
Primo giorno di scuola
/in La Guida /da Lele Viola- 2.681 letturePrimo giorno di scuola. Per me non è una gran novità, sono quarantasette anni malcontati che il rito si ripete senza interruzioni, prima da una parte della barricata, poi dall’altra. I saluti coi colleghi, le facce abbronzate, baci e strette di mano, il piacere di rivedere gli allievi cresciuti, qualche volta cambiati, l’incontro con le nuove classi…
Camminare sotto la pioggia
/in Il granello di senape /da Lele Viola- 2.511 lettureCamminare sotto la pioggia ha i suoi lati piacevoli, per la prima mezz’ora.
Dopo quattro giorni cominciano a prevalere gli aspetti più fastidiosi, tipo il rivolo d’acqua che si ostina a scorrere dal collo alla schiena, gli occhiali appannati che velano di nebbia il mondo circostante, gli scarponi in cui paiono nuotare i girini…
Parole che ti fregano
/in Vivermeglio /da Lele Viola- 2.217 lettureLa fregatura, si sa, è contenuta all’interno delle parole.
Perché le parole dovrebbero essere i veicoli delle idee e invece, spesso, ne diventano maschera e travisamento. Sono vestiti buoni che servono a contrabbandare impressioni positive nascondendo deformità e nudità imbarazzanti.
Flessibilità, progresso, sicurezza, velocità, ma anche professionalità, spiritualità, semplificazione…
La democrazia della bicicletta
/in La Guida /da Lele Viola- 2.420 lettureNel 1916 il futurista Marinetti cantava le lodi della velocità, non solo come mito estetico, ma addirittura come valore religioso-morale: “la velocità…è naturalmente pura”, scriveva, e la contrapponeva alla lentezza “naturalmente immonda”. Si era in piena guerra mondiale, di lì a poco il fascismo avrebbe fatto suoi questi valori e avrebbe proiettato l’Italia, a tutta velocità, verso la follia imperiale, l’abbraccio col nazismo ed il secondo grande conflitto…
Le api di Einstein
/in La Guida /da Lele Viola- 2.297 letture“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Non si tratta di una delle solite previsioni allarmanti che ci arrivano periodicamente da profeti di sventura, giornaletti di divulgazione pseudo-scientifica a caccia di lettori e professionisti delle catastrofi prossime venture. Non è neppure una quartina di Nostradamus o uno dei soliti annunci dell’ennesima apocalisse in svendita. Chi si azzarda a pronosticare la prossima fine dell’umanità, e si spinge fino a quantificarne i tempi, è un tipo in genere ottimista e equilibrato (anche se eccentrico e un tantino distratto) e dotato di una mente sveglia e di una certa preparazione in ambito scientifico-matematico. Il suo nome è Albert Einstein.