Brandizzo 9 (conclusione anno 2016)

“Didattica multidisciplinare” è una delle tante parole d’ordine che da decenni risuona nei programmi e nelle raccomandazioni provenienti dai piani alti del Ministero dell’Istruzione. Mettere insieme più materie con un approccio di integrazione e collaborazione è, in effetti, cosa saggia e necessaria. Lo diceva già Fernand Braudel, grande storico francese del Novecento, che la realtà è molto più complessa di quanto appaia e che, per intravvedere qualcosa nel velo di nebbia che copre passato e presente “è necessario accendere tutte le luci contemporaneamente”.
Purtroppo, non sempre ai proclami e alle dichiarazioni d’intenti si accompagna qualcosa di concreto e, sovente, nella scuola come altrove, ognuno si limita a coltivare il proprio orticello, difendendolo da inopportune invasioni altrui. La tendenza cresce con l’aumentare del livello scolastico, fino a diventare massima nei corridoi dei dipartimenti universitari, ormai impregnati da una logica di competizione e di lotta per la sopravvivenza da fare invidia a Darwin. Uno dei tanti effetti perversi del neoliberismo, teoria economica invasiva e deleteria, che è entrata nel nostro quotidiano tanto da essere applicata anche alla cultura.
Visto che la metafora del coltivare il proprio orticello si adatta bene alla tipologia della nostra scuola, l’Istituto Tecnico Agrario, abbiamo deciso di provare a ribaltarla realizzando un “orto condiviso”. Abbiamo cioè cercato di mettere insieme aspetti umanistici, tecnici ed economici, storia e agronomia, realizzando una ricerca che ha impegnato una classe, la quarta F, e alcuni insegnanti per diversi mesi. Un lavoro integrato in parte nella normale attività didattica, ma che ha richiesto a tutti un impegno extrascolastico notevole.
Da questo studio sulla Relazione del Brandizzo del 1753 sono nati gli otto articoli che la Guida ha pubblicato nei numeri scorsi (su Cuneo, Borgo, Limone, Vernante e Robilante) e un “libretto” contenente il lavoro preparatorio e di analisi del testo e dei dati che sarà disponibile in pdf sul sito dell’Istituto. Rimangono da fare almeno altrettanti articoletti su altri paesi già esaminati: speriamo di poter completare l’opera il prossimo anno. Le incombenze di fine scuola, con il solito corollario di interrogazioni, verifiche scritte, recuperi, programmi da finire, ci obbligano a lasciare incompiuta la parte di stesura finale di diversi comuni.
L’esperienza è stata per tutti molto positiva. Il lavoro ci è servito a conoscere meglio il nostro territorio, a capire la centralità nel passato di agricoltura e allevamento, a confrontare la situazione del Settecento con l’attualità. Ci ha insegnato ad affrontare un testo difficile con pazienza e metodo e ci ha fatto capire cosa significhi “fare ricerca”, in tempi in cui le facili scorciatoie di internet ci stanno facendo perdere il significato stesso del termine. Ci siamo resi conto che la storia non è cosa astratta e lontana da noi, ma qualcosa che ci tocca da vicino, che costituisce l’anima dei nostri paesi e ci permette di capire meglio il presente.
Ma, soprattutto, è stata l’occasione di lavorare insieme, apportando ognuno le proprie competenze. Coltivare insieme in buona armonia un grande orto condiviso è molto più produttivo e piacevole che zappare ognuno il proprio orticello.

La classe 4F dell’ITA Cuneo con gli insegnanti Anna Vivalda e Lele Viola